martedì 2 agosto 2011

Il grillo magico



Il grillo Umberto, saltando un mattino
da un filo d’erba ad un ciclamino,
notò, vestita di gran gala,
una splendida ed esile cicala.

«Dove vai così ben vestita?»
Disse, facendo un po’ il piacione.
«Ce sta ‘na festa al “Margherita”
organizzata da un calabrone»,
rispose la cicala modaiola,
«Non c’andrai mica sola? »,
aggiunse lesto il grillo.
«Sto ad aspettà una coccinella,
è in ritardo , per farsi bella,
gl’ho già fatto uno squillo»

«C’è da aspettare, mi son persuaso,
e ti dispiace, se puta caso,
così per rompere il ghiaccio
ci diamo un bell’abbraccio? »

Si scoprì miracolosamente
che nun je dispiaceva manco pe’ nniente.
Fu così che tra gli amaranti
si scoprirono dolci amanti.

Col passar delle stagioni
i due si persero di vista.
Son normali situazioni
di bisogni e privazioni,
di sconfitte e di conquista,
di torti e di ragioni

Una sera il grillo Umberto,
che amava la magia,
da stregone assai esperto
di sortilegi e fattucchieria,
per rivedere la cicala,
affidò ad una fiala
le parole del suo amore,
miste a polline di fiore.

La cercò per il campo
e, vedendola voltata,
veloce come un lampo,
la fiala stappò dapprima
e ne lasciò poi uscire una serenata
di parole senza rima:

“E, quando mi vedrai, abbracciami!
Non come se fosse l'ultima volta
ma come se non fosse mai esistito un primo abbraccio.”


La stregoneria di colpo fece effetto,
ma al grillo sfuggì un difetto.
Perché la sorte è una buffa cosa
e si prese gioco della magia portentosa,
poiché ad essere voltata
non era la cicala amata.
Si accorse così che la nuova sposa
era una mantide religiosa.

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